"BELLISSIMA": IL SOGNO DI MADDALENA CECCONI di Claudio Di Giampasquale
Una delle pellicole in bianco e nero degli anni Cinquanta che amo particolarmente è «Bellissima» di Luchino Visconti. Nonostante sia stata girata diversi anni prima della mia nascita, rivederla nel suo realismo popolare suscita in me le stesse emozioni che provai nella mia infanzia nell'ascoltare i racconti dei miei nonni materni vissuti al Pigneto a due passi dalla Chiesa di Sant'Elena (dove si sposarono giovanissimi i miei genitori). Lì vicino, in via Alberto da Giussano, in un'appartamento popolare si girarono le scene del film relative alla casa della famiglia Cecconi. Maddalena, è la protagonista (impersonificata superbamente da Anna Magnani) mamma di Maria una bimba di sei anni (interpretata dalla piccola Tina Apicella) e poi suo marito Spartaco (l'attore romano Gastone Renzelli). Quando Visconti girò «Bellissima» era l'inizio d'un decennio che segnò profondamente la storia della città. Gli anni Cinquanta contribuirono a trasformare la capitale in una metropoli moderna, cosmopolita e culturalmente vivace. Erano tempi di grande fermento e trasformazione in una Roma libera che rialzava il capo dopo gli orrori dell'occupazione nazista di pochi anni addietro. Una città trasognata, in un'epoca segnata dalla "ricostruzione" e dalla rinascita economica. Erano anni in cui anche al Pigneto, come in tutti gli altri rioni, quartieri e periferie della capitale si respirava un'aria di profonda umanità e di grandi sogni. Un'atmosfera incredibile in una Roma meravigliosa, scomparsa. Tuttavia anche pregna di cinismo e voglia d'arrampicarsi socialmente ad ogni costo, da parte di non pochi. Ebbene, Luchino Visconti anche in questo suo capolavoro riuscì a rappresentare alla perfezione le atmosfere di quella Roma in cui «se stava mejo quanno se stava peggio».
La trama di «Bellissima» nasce da un soggetto di Cesare Zavattini e dalla sceneggiatura di Suso Cecchi d'Amico, Francesco Rosi e lo stesso Luchino Visconti. In sostanza i film narra appunto la storia di Maddalena una popolana sposata al capomastro Spartaco, i due hanno una sola figlia. La piccola ha un visetto simpatico e un modo di fare dolcissimo ed appare agli occhi della madre come "la bimba più bella della città", e quindi vorrebbe per lei un avvenire luminoso. Quando la società Stella Film indice un concorso tra le bambine di Roma per scegliere l'interprete di un nuovo movie, Maddalena decide di far partecipare la figliola, spendendo tempo e denaro per pagare il fotografo, la sarta, il parrucchiere, la maestra di recitazione e di ballo. Litiga inoltre col marito, uomo concreto ed onesto lavoratore con i piedi ben piantati a terra, il quale s'oppone decisamente alle sue fantasie e al suo desiderio di vedere la loro piccoletta protagonista nel mondo del cinema. Giunta a Cinecittà ove si svolgono le selezioni a cura del regista Alessandro Blasetti, tra urla e spintoni riesce a portare la figlia davanti al selezionatore. La piccola viene scelta insieme a poche altre per un provino, ma nella confusione mamma e figlia si perdono di vista. Nel corso della ricerca, Maddalena incontra un giovane truffatore, Alberto Annovazzi (interpretato dal grande Walter Chiari) il quale, offrendole appoggio e in parte contando sul suo "sex appeal", un fascino che a Maddalena causa un momento di debolezza sentimentale, riesce a farsi consegnare cinquantamila lire, i risparmi residui della donna. Inoltre le fa intendere che la bambina per essere scelta definitivamente "va raccomandata". Ritrovata Maria, viene finalmente effettuato il provino, ma quando le sequenze si proiettano in sala, il regista e i suoi aiutanti, nel vedere la piccola imbarazzata, goffa e infine piangente, scoppiano a ridere. Maddalena che ha assistito alla scena dalla cabina di proiezione, scende in sala furente di rabbia e d'umiliazione e, dopo una violenta scenata (dove l'indimenticabile Anna Magnani sfodera il meglio della sua romanità verace) porta via sua figlia. Inoltre scopre che Annovazzi ha utilizzato il denaro per comprarsi una Lambretta in via Borgognona. Maddalena torna a casa al Pigneto a notte fonda, disperata e piangente, con la bambina addormentata in braccio. Suo marito Spartaco, rincasa subito dopo di loro, a notte fonda, e nel vedere sua figlia addormentata beatamente nel suo lettino si commuove. Poi recandosi in camera da letto nota sorpreso sua moglie disperata in lacrime con il viso sprofondato nel cuscino, la quale sentendolo arrivare si tira su e gli dice: «Damme questi quattro schiaffi, dammeli, che aspetti Spartaco...». Ma Spartaco reagisce nel modo più nobile che un buon marito possa avere nei confronti della propria moglie con cui tanto aveva avuto da discutere in quei giorni: abbrcciandola, perdonandola e consolandola con amore. Nel frattempo però il regista s'accorge che la piccola possiede doti interpretative non comuni e manda Annovazzi a proporre alla madre un contratto vantaggioso. Maddalena, ormai disillusa, lo caccia via e si riconcilia col suo sposo.
"Bellissima": quasi invidio l'Italia di allora di Marina Corradi - Avvenire
«Distrattamente una sera, il telecomando in mano, cerco qualcosa da vedere in tv. Calcio, dibattiti stanchi, gialli già visti. Spot ossessivi . Mi fermo su delle immagini in bianco e nero su Raitre. “Bellissima”, Luchino Visconti, 1951. Non riesco a staccarmene. Non è solo la faccia di Anna Magnani, né la sua povera ostinata speranza di una vita diversa – ricca, famosa – per la sua bambina, quella bellissima bambina che veste e pettina come una bambola. Sono anche i particolari, gli ambienti, a colpirmi profondamente. La casa romana della famiglia Cecconi: le pareti sbrecciate, la cucina misera, le grida dai balconi del caseggiato popolare. 1951, quanto, a sei anni dalla guerra, erano ancora poveri, tanti italiani. Frigoriferi, lavatrici? Dai Cecconi si vede una piccola dispensa, con poche preziose uova. C’era, sì, una Singer, di quelle nere, con cui le donne si cucivano i vestiti. Design, domotica, wifi, web – ma quanti secoli sono passati dal 1951? E quanto ricchi siamo diventati? Eppure mi accorgo di stare a guardare con un’indicibile, quasi, invidia quel mondo che rinasceva da una terribile guerra: vitale, affamato, essenziale. Niente stilisti, niente influencer, happy hour, week end, slow food. Slow food? Il poco cibo lo si mangiava in fretta, prima che se lo mangiasse un altro. L’auto? Il massimo era avere una Lambretta, come Walter Chiari nel film. Sulle scale del palazzo dei Cecconi si intravvedono dei bambini seduti sui gradini, in una giornata torrida. Quanti, quanti bambini, incredibile. E senza tv, senza videogiochi, che facevano d’estate? Giocavano nei cortili polverosi, o se ne stavano a sera sui gradini di casa, ad aspettare che la mamma chiamasse per cena. Forse in quel momento di noia avevano il tempo per immaginare, per sognare. Cosa rara oggi: web, social, e per i bambini più fortunati al pomeriggio lezioni di tedesco, recitazione, judo – qualsiasi cosa per non lasciarli soli, nelle case senza fratelli. Che bello era avere dei fratelli e giocare nei cortili con un niente, con una corda, a nascondino, urlando a squarciagola: “Tana, libera tutti!”. Certo, rinasceva dopo tanta guerra e fame il mito della vita da star. La signora Cecconi ci cade e ci butta dentro la sua Maria, la trascina a Cinecittà in infinite code in cui mille altre donne pretendono, per le figlie, la vita che non hanno avuto. E che pena quel tornare della madre a casa a piedi, di notte, con la piccola che sfinita le si addormenta in braccio. E quel provino in cui la figlia scoppia a piangere e il regista e gli altri in sala ne ridono, ridono fino a perdere il fiato. Maddalena Cecconi capisce in che inganno è caduta e rifiuta il contratto tanto desiderato: «Scusate, per noi lei è molto bella», sussurra a bassa voce al produttore, tenendo fra le braccia la bambina che dorme. Che storia. Lo facessero vedere nelle scuole, “Bellissima”, ai ragazzini che per diventare famosi farebbero qualsiasi cosa. Ma, quella piccola attrice? Tina Apicella, si chiamava: classe 1946. Che farà oggi? Digiti sul web, curiosa. Strano: nulla, o quasi. Chiuso col cinema. Un sito afferma che dal 1958 non c’è più traccia di lei. Forse i genitori, come la mamma del film, l’hanno portata via dal palcoscenico? Forse lei stessa, adulta, ha scelto un altro destino? Nemmeno più un’intervista, non una foto. Oggi, se è viva, ha circa ottant'anni. La bambina di “Bellissima” sembra essere scappata dentro a una vita semplice, anonima. Come se avesse capito tutto, tanto tempo prima».