In un simpatico sonetto romanesco, il poeta Giuseppe Gioachino Belli affronta lo scabroso tema del comportamento poco morale di alcuni religiosi, argomento da secoli molto sentito e spesso assai criticato nei rioni capitolini a forte concentrazione eclesiastica. In questo coinciso e profondo componimento del grande poeta romano, con dei tempi assolutamente perfetti, vi è la "confessione" di una giovane popolana, che deborda velocemente da sacramento di conversione e pentimento a vizioso interrogatorio. Un'opera questa, di certo assai audace a quei tempi ... [LEGGI TUTTO]

Un divertente racconto di Vittorio Metz scrittore, umorista, sceneggiatore e regista dello scorso secolo tra gli anni venti e gli anni settanta. Romano verace, in tutte le sue opere ha divulgato e tramandato il grande amore per la sua città. Sempre cortese ed elegante, ha usato l'inflessione romanesca in modo e maniera irreprensibile nella sua prolifica carriera. In questa breve storia, il buon Vittorio evidenzia il carattere un pò snob e un pò popolare di un elegante signore di Campo Marzio a cui piace andar a pescare nelle acque del vicino fiume, tentando di non "scendere" di livello sociale ...[LEGGI TUTTO]

Con quest'espressione s'intende dire che «non è possibile» o «non c'è niente da fare» oppure «non esistono alternative» o «non ce n'è per nessuno». È un detto immediato, verace quanto basta e tuttora molto usato a Roma in maniera sardonica. A pronunciarlo per la prima volta fu il sindaco della capitale Ernesto Nathan nel 1907 appena dopo il suo insediamento al Campdoglio. La sua fu una amministrazione pragmatica improntata a un forte senso dell'etica pubblica e di dichiarata ispirazione mazziniana. Andiamo a vedere in che circostanza questa famosa frase fu detta... [LEGGI TUTTO]

Da dove proviene e perchè esiste l'orgoglio di "sentirsi romani"? Roma, splendida e terribile, contenta ma insoddisfatta. Lo sa bene chi la osserva da vicinissimo e ne riconosce i dettagli, quelli che incantano e gli altri che fanno rabbrividire. Indro Montanelli nella sua opera "Storia di Roma" scrisse: «Mai città al mondo ebbe più meravigliosa avventura, la sua storia è talmente grande da far sembrare piccolissimi anche i giganteschi delitti di cui è disseminata». Tuttavia per chi è romano la propria origine forgia un temperamento speciale, il «Sò dé Roma» è grippato nel dna, difficilmente si coaugula... [LEGGI TUTTO]

Giggi Zanazzo fu il più attento testimone e documentatore di una cultura romana che senza il suo meticoloso impergno letterario avremmo perso: una quantità di lavori dal valore inestimabile. Sono suggestive le parole e le immagini riferite ad un’epoca apparentemente distante da noi ma tuttora taglienti e attuali su certi aspetti della nostra modernità, tanto capaci di suscitare quel misto di ilarità e riflessione di cui solo i più acuti artisti sono capaci. Zanazzo ebbe sempre un temperamento aperto e cordiale che lo portava a vivere con i popolani dai quali trasse l'immensa qualità della sua arte... [LEGGI TUTTO]

C'era una volta la storica rivalità tra gli abitanti dei rioni Borgo, Regola, Trastevere e Monti, cioè quelli che avevano la più marcata identità capitolina. L'antagonismo era assai forte in particolar modo tra i"monticiani" e i "trasteverini" che erano considerati «gente de fori» perchè Trastevere stava oltre il fiume. Tale rivalità, dal quattordicesimo secolo sino alla fine del diciannovesimo si concretizzò spesso in scontri cruenti masnade di facinorosi rivali  al grido di «viva Maria! viva er Papa!». Giggi Zanazzo nel 1881 dedicò a queste quattro tipologie di romani altrettante dediche in poesia romanesca dal titolo: «Li quattro mejo fichi der bigonzo»... [LEGGI TUTTO]

Trilussa fu un intellettuale che ha smascherato il mondo con la più genuina ironia romanesca: disincanta e profondamente umana. Attraverso un elegante "decadentismo trasteverino" fu capace di trasformare la poesia in un dialogo diretto e sincero col popolo. Le opere di Trilussa colgono  le debolezze e le contraddizioni dell’uomo esprimendo uno specchio della società del suo tempo e non smettono di comunicare anche nei nostri giorni. Attraverso personaggi umili, animali parlanti e situazioni quotidiane, il poeta ha saputo affrontare temi universali come il potere, l’ingiustizia, l’amore e la condizione umana...[LEGGI TUTTO]

Vino e osterie hanno una storia legata ai pontefici e ai loro interessi sulle entrate che le tasse sul vino procuravano. In origine i recipienti erano di terraglia o metallo in questo modo potevano essere riempiti non correttamente e l’oste poteva “raggirare” i clienti non riempiendo completamente il boccale. Il pontefice Sisto V dovette intervenire al termine del sedicesimo secolo per porre fine a tale situazione. Le osteria all'epoca erano il baricentro della socialità. Vi si parlava, si discuteva, si giocava e si  si raccontava le disgrazie, la fatica, le delusioni d’amore e non solo... [LEGGI TUTTO]

"Er poeta" curò fino alla sua morte la sistemazione di una nutrita silloge che fu pubblicata postuma in prima edizione nel 1951. In queste poesie sono certamente ancora in vita il fascino del personaggio e la sua capacità di essere cronista di una Roma nuova, la Roma postunitaria. E come tali opere risultino ancora oggi attualissime nella loro morale. Scarica o leggi il pdf dell' e-book «Trilussa, tutte le poesie» a cura di Pietro Pancrazi ; note di Luigi Huetter. Pdf realizzato dall’associazione “Liber Liber” anche grazie al sostegno di e-text Web design, Editoria, Multimedia. icenza... [LEGGI TUTTO]