IL RICORDO DI UN GRANDE MAESTRO di Claudio Di Giampasquale

Giovedi 3 gennaio 1929 in un vicolo romano all'ombra del Quirinale a due passi da fontana di Trevi, venne al mondo Sergio Leone. Sua mamma Edvige e suo papà Vincenzo erano artisti di successo del cinema muto italiano d'inizio secolo, lavoravano ambedue con nomi d'arte: lei era Bice Waleran e lui Roberto Roberti. Abitavano in un appartamento al primo piano di palazzo Grimaldi-Lazzaroni in via dei Lucchesi 26. Due anni dopo la famiglia Leone si trasferì a Trastevere in via Filippo Casini ai piedi della «scalea del tamburino» che dal popolare rione, su per viale Glorioso porta verso il Gianicolo al fontanone dell'acqua Paola che domina, con un panorama mozzafiato, la città eterna. Il piccolo Sergio crebbe lì, giocando felice su e giù per quelle scale, verso quel paradiso. C'è ancora oggi una targa di travertino affissa sulla parete del palazzetto che ospitò la sua infanza:
«Il mio modo di vedere le cose talvolta è ingenuo, un po' infantile, ma sincero. Come i bambini della scalinata di viale Glorioso». Studiò dai lasalliani, un’istituzione che preferiva un’educazione più privata e meno influenzata dall’organizzazione pubblica fascista dell’epoca. Proprio in questa scuola incontrò Ennio Morricone che divenne subito un suo grande amico. Anche se non era particolarmente costante negli studi, Leone mostrò già in quegli anni un grande interesse per la storia e la lingua italiana, cultura e passioni che avrebbero sviluppato l'innata sensibilità per poi influenzare profondamente la sua carriera nel cinema.
Il successo di Sergio Leone non è solo nelle storie che ha raccontato, ma anche nelle messe in scena. Il suo stile inconfondibile si caratterizzò per la combinazione di primi piani estremi con campi lunghissimi, creando un contrasto visivo unico che enfatizzava sia l’intimità emotiva che l’immensità dei paesaggi. Fu maestro nel creare un ritmo lento e teso nelle sequenze, spesso dilatando i tempi per aumentare la suspense. Questa tecnica gli permise di costruire un crescendo di tensione che, alla fine, esplodeva in momenti di violenza intensa. Fu proprio questa capacità di manipolare il ritmo e la tensione che rese i suoi film unici e memorabili, riuscendo a coinvolgere profondamente lo spettatore e a rendere ogni scena un vero e proprio capolavoro di narrazione cinematografica. Sergio fu un grande innovatore del cinema, capace di portare sul grande schermo storie che hanno toccato profondamente l’anima degli spettatori. Il suo contributo ha testimoniato quanto "la settima arte" possa essere un potente mezzo d'espressione e di trasformazione culturale.
La collaborazione con Morricone fu fondamentale per il successo dei suoi film. Le musiche di Ennio erano così potenti ed evocative che Sergio spesso iniziava a girare solo dopo aver ascoltato la colonna sonora, lasciando che la musica guidasse la narrazione e l’atmosfera delle scene. Questa sinergia tra regista e compositore, grandi amici d'infanzia, fu un dono per l'intero pianeta, contribuendo a creare quei capolavori cinematografici che ancora oggi sono considerati pietre miliari del cinema.
30 aprile 2019 venne emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico un francobollo ordinario dedicato a Sergio Leone appartenente alla serie tematica “Le eccellenze italiane dello spettacolo"
C'ERA UNA VOLTA SERGIO LEONE
Gianni Minà racconta Sergio Leone in una puntata della serie "Cercatore di storie" trasmessa dalla Rai nel 1989
IL MERAVIGLIOSO pezzo "SERGIO LEONE" DI Jackson Browne
Nel 2002 il grande cantautore statunitense ha dedicato al regista un brano intitolato col suo nome e contenuto nell'album "The Naked Ride Home"
Testo
He came 'round here with his camera and some of his American friends. Where the money is immortal and the killing never ends. He set out from Cinecittà through the ruined streets of Rome to shoot in Almeria and bring the bodies home. He said I’ll be rich or I’ll be dead. I’ve got it all here in my head. He could see the killers’faces and he heard the song they sang. Where he waited in the darkness with the viale Glorioso gang. He could see the blood approaching and he knew what he would be Since the days when he was first assisting The Force of Destiny. He worked for Walsh and Wyler with the chariot and sword. When he rode out in the desert he was quoting Hawks and Ford. He came to see the masters and he left with what he saw. What he stole from Kurosawa he bequeathed to Peckinpah. From the via Tuscolana to the view from Miller Drive. He shot the eyes of bad men and kept their deaths alive. With the darkness and the anguish of a Goya or Van Cleef he rescued truth from beauty and meaning from belief.
Traduzione
È venuto qui con la sua cinepresa e alcuni dei suoi amici americani. Dove il denaro è immortale e l'omicidio non finisce mai- È partito da Cinecittà per le strade in rovina di Roma Per girare ad Almeria e riportare i corpi a casa. Egli ha detto sarò ricco o sarò morto. Ho tutto qui nella mia testa. Poteva vedere i volti degli assassini e sentiva la canzone che cantavano dove aspettava al buio con la banda di Viale Glorioso. Poteva vedere il sangue avvicinarsi e sapeva cosa sarebbe stato sin dai giorni in cui assisteva per la prima volta a The Force of Destiny. Ha lavorato per Walsh e Wyler con il carro e la spada quando è uscito a cavallo nel deserto, citava Hawks e Ford
È venuto a vedere i maestri e se ne è andato con ciò che ha visto. Quello che ha rubato a Kurosawa lo ha lasciato in eredità a Peckinpah. Dalla via Tuscolana al panorama da Miller Drive ha sparato agli occhi di uomini cattivi e ha mantenuto in vita la loro morte. Con l'oscurità e l'angoscia di un Goya o di un Van Cleef ha salvato la verità dalla bellezza e il significato dalla fede