"FINCHÈ C'È GUERRA C'È SPERANZA": IL POTENTE FINALE tratto dal film di Alberto Sordi (1974)
Pietro Chiocca (Alberto Sordi) romano trapiantato a Milano, è un uomo di cinquantatré anni, ex commesso viaggiatore nel campo delle pompe idrauliche, che da quindici anni s'è riconvertito a un più lucroso commercio internazionale di armi, idea venutagli dopo che dei clienti mediorientali dell'azienda per la quale lavorava, a seguito dello scoppio di una guerra interna, avevano sospeso gli ordini per i suoi articoli, mentre erano aumentati considerevolmente gli ordini per le armi. Pietro gira continuamente per i Paesi del terzo mondo, dilaniati dalle guerre civili, per vendere armi di vario tipo, e sembra non curarsi particolarmente delle conseguenze delle sue azioni, interessato solo al grande profitto che ne deriva, con il quale può garantire alla sua famiglia, composta dalla moglie Silvia, dai tre figli Ricky, Giada e Giovannone, dalla suocera e dallo zio, un alto tenore di vita. I familiari, però, sembrano non nutrire grande affetto per lui, anzi se ne disinteressano e lo tengono in considerazione solo per il reddito che riesce a portare a casa. La moglie Silvia è l'unica a sapere del suo vero mestiere, mentre invece i figli non ne sono al corrente.
Dopo diverse peripezie nei suoi numerosi viaggi in Africa, un giorno al ritorno a casa, scopre che il giornalista del Corriere ha scritto un articolo su di lui, dal titolo «Ho incontrato un mercante di morte». Deve quindi affrontare lo sdegno e il disprezzo dei propri familiari, nonché dei vicini e dei conoscenti tutti. Mostra una certa comprensione davanti alle critiche dei figli, perché non sapevano nulla del suo mestiere, ma è più inflessibile nei confronti della moglie, perché lei sapeva. In un accorato monologo, motivato anche dallo shock che l'ultima commessa gli ha causato, si difende spiegando di aver svolto questo lavoro, rischiosissimo a faticoso, per garantire a essi un alto tenore di vita, ricevendo per giunta in cambio ben poca gratutudine. Afferma inoltre che le guerre sono causate non solo dalle tensioni tra popoli, ma anche dal bisogno di mantenere il benessere occidentale e dall'avidità della società consumista, chiamandoli in causa: le colpe non sono solo dei governi e dei regimi, ma anche, indirettamente, della gente oziosa e viziata come loro. Ecco il drammatico confronto finale tra Pietro e la sua famiglia:



