I SEGRETI DELLA CHIESA DEI SS VINCENZO E ANASTASIO di Claudio Di Giampasquale

Edificata negli Quaranta del diciassettesimo secolo, la "Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio" è situata di fronte alla famosissima Fontana di Trevi. Posta in angolo tra via del Lavaore e via di San Vincenzo, si apre fantasiosamente sulla piazza di Trevi. L'imponente facciata in travertino è caratteristica per la sua ricca e insolita concentrazione di colonne corinzie, particolarità che le valse il soprannome romanesco di "chiesa dé le colonne" oppure anche chiamata per la sua posizione “Sant’Anastasio der Trivio” (trivium, da cui deriverebbe il toponimo Trevi, indica un incrocio di tre vie). Era dedicata inizialmente al solo martire Sant'Anastasio detto il Persiano, al quale fu successivamente affiancato anche il santo spagnolo San Vincenzo di Saragozza.

Fu commissionata dal cardinale Mazzarino e costituisce un unicum a Roma. Nella chiesa fu sepolto imbalsamato il grafico e incisore trasteverino Bartolomeo Pinelli, ma senza monumento e lapide riconoscitiva, cosicché ancora oggi non è possibile ritrovare tracce della sua sepoltura. Ma qui non vi è solo quest'arcano, in quanto questa chiesa ne custodisce da secoli altri due.

le interiora dei papi morti
Nell'abside, dietro le lapidi, sono custoditi gli organi tolti per l'imbalsamazione di quasi tutti i papi, a partire dal 1590 da Sisto XV per i successivi trecentotredici anni fino a papa Leone XIII nel 1903. Quest'usanza fu istituita «ad perpetuam rei memoriam» da papa Sisto V: in seguito alla morte del pontefice in carica, non oltre le ventiquattr'ore, s'apriva il cadavere per imbalsamarlo e si richiudevano gli organi interni in un'urna di porfido da depositare nel sepolcro del papa deceduto. Ma secondo l'usanza, gli organi si riponevano  nella chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio, perchè questo luogo di culto era la parrocchia del Quirinale, residenza pontificia estiva dal 1583 al 1870, ossia da quando il palazzo sul colle fu espugnato dal "Regio Esercito" e divenne dopo pochi mesi la residenza dei Re d'Italia. Quest'usanza macabra fu abolita da papa Pio X. In una lapide all’interno della chiesa si legge che l’iniziativa fu appunto presa da Sisto V, ma l’elenco dei papi con il tempo divenne così lungo da rendere necessaria una seconda lapide. Per questa sua caratteristica la chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio è sicuramente unica al mondo, cioè per la presenza (secondo alcuni storici probabile ma non certa) degli organi di ben ventidue pontefici. 

Il poeta romanesco Giuseppe Gioachino Belli, con poca eleganza, dedicò a SS Vincenzo e Anastasio, scherzosamente, questo sonetto: «La chiesa dé le colonne a Trevi, ndò se troveno li pormoni, er core, er fédigo, la mirza e le budella papali, tutto sistemato in dé nà specie dé cantina che è n'museo de corate e de ciorcelli. Tu te sbajji: nun è in dé nà cappella, è ppropiamente su a l’artar maggiore. Lì stanno li precòrdi (n.d.r. gli organi e le formazioni anatomiche della cavità toracica che circondano il cuore, ritenuti sede degli affetti, dei sentimenti, e della sensibilità) pacchiella d’oggni sommo pontecife che mmore. Che mme bburli? Te pare poco onore? Drent’a nà chiesa er corpo n'barzamella, e ddrent’à n’antra li pormoni, er core, er fedigo, la mirza e le bbudella! Morto n'papa, sparato e puro sprufumato, l’interiori santissimi in vettina se conzeggneno n'mano der curato. E llui co li su’ bboni fraticelli l’alloca in dè nà spece dé cantina ch’è n'museo dé corate e de ciorcelli». 

la focosità delle bellissime nipoti di mazzarino e il mistero del busto
Sulla facciata della chiesa colma di colonne, al centro del secondo timpano, si può osservare il busto d'una piacente nobildonna inserito nella parete. "Vox populi vox Dei" narra da secoli che sia la più bella delle nipoti del potentissimo "cardinale" Mazzarino (figura centrale nell'educazione politica del giovane Luigi XIV alias "Re Sole). Ma chi era Mazzarino? Perchè divenne così potente?
Giulio Raimondo Mazzarino nacque a Pescina (cittadina all'epoca nel Regno di Napoli) domenica 14 luglio del 1602 primogenito della nobil donna umbra Ortensia Bufalini e dell'aristocratico palermitano Pietro Mazzarino appartenente all'aristocratica famiglia dei Mazzarino discendente dalla "Reale Casa Normanna di Sicilia", il quale era, all'epoca della nascita di Giulio Raimondo, amministratore di tutte le proprietà dei ricchissimi Colonna una delle più antiche e potenti casate patrizie romane.
Giulio Raimondo crebbe a Roma, dove studiò insieme al suo coetaneo Girolamo Colonna (futuro cardinale) presso il prestigioso Collegio Romano dei Gesuiti. Successivamente, al contrario del suo grande amico Girolamo, non prese mai i voti religiosi, divenne un chierico, ma non divenne mai prete, essendosi fermato al diaconato. In ogni modo, dopo gli studi, grazie all'influenza dei Colonna, fece una veloce carriera diplomatica nell'ambito dello Stato della Chiesa. Al punto che nel 1639 il cardinale Richelieu lo chiamò al suo diretto servizio in Francia. Nel 1642 Richelieu morì e Mazzarino gli subentrò nella carica di primo ministro. Quando anche il re di Francia Luigi XIII morì nel 1643, a causa della minore età dell'erede al trono Luigi XIV, Mazzarino assunse in pratica la reggenza del regno assieme alla regina madre Anna d'Austria, della quale, secondo alcuni storici, fu l'amante. Giulio Raimondo Mazzarino sarà nominato cardinale nel 1661 ed è noto che, benchè non fosse sacerdote, egli avrà un importantissimo ruolo politico nel potente Stato della Chiesa. Il prestigioso titolo di "cardinale" gli verrà conferito grazie alle sue capacità diplomatiche al servizio dell'amica Corona francese. 
Dopo la chiamata di Richelieu, il resto della storia di Mazzarino è storia di Francia in un corso d'eventi roccambolesci e guerre che destabilizzarono l'Europa: da abile e cinico stratega diede un contributo fondamentale allo sviluppo dell'assolutismo francese, consolidando il potere monarchico e contribuendo non poco ad ampliare i territori della Francia, preparando il terreno al regno di Luigi XIV che in pochi anni divenne il "Re Sole" governando settantadue anni durante i quali portò alla piena affermazione la monarchia assoluta in Francia, esercitando un'autorità caratterizzata dalla centralizzazione del potere, lo sfarzo della corte di Versailles, una politica mercantilista e un'estesa espansione coloniale.
Ma torniamo al busto incassato al centro del secondo timpano della chiesa romana dei SS Vincenzo e Anastasio di fronte alla Fontana di Trevi. Ebbene dalla prestigiosa carriera e dall'ascesa politica del potente Mazzarino, trassero enorme beneficio tutti i suoi familiari, i quali sposarono i più altisonanti nomi dell'aristocrazia italiana e francese. Tra i nipoti del primo ministro francese c'era una bellissima ragazza chiamata Ortensia (come la mamma di Giulio) alla quale Mazzarino era molto attaccato. Il "cardinale" rifiutò di darla in sposa ai re d'Inghilterra e di Portogallo, perchè lei non voleva. Alla fine, con un'immensa dote di quattrocentomila scudi acconsentì al matrimonio della giovane con il giovane nobile francese Armand della Porte della quale lei era innamorata. Ma il loro amore non durò molto. Ortensia non fu una moglie esemplare, con una vita segnata da continue fughe. Il marito la ripudiò facendola rinchiudere in un convento dalla quale lei fuggi travestendosi da uomo. Al dunque si rifugiò presso la corte del re d'Inghilterra Carlo II, suo antico spasimante. La ragazza era così bella, affascinante e focosa che addirittura, anche oltre manica, molti ammiratori si batterono a duello per causa sua. Re Carlo gradualmente riuscì a domare il suo focoso temperamento. Divenuta donna matura, a quaranta anni, pur mantenedo sempre la sua grande bellezza, sensualità e fascino, Ortensia finalmente si placò e così dopo tanti amori e avventure, la donna contornata da una sua corte personale si dedicò solo alla cultura. La ragione per la quale il busto di Ortensia fu incastonato sulla facciata di SS Vincenzo e Anastasio era stata per l'insistenza del "cardinale" Mazzarino, il quale avendo un'enorme ammirazione per la sua nipote prediletta aveva fatto costruire a proprie spese la chiesa. 

Cosa strana, anche Maria, sorella di Ortensia, godette di una vita piena d'amanti e d'avventure. Divenne concubina del re di Francia Luigi XV (successore del "Re Sole") e più tardi sposò a Parigi il principe Lorenzo Onofrio Colonna, il quale a distanza di poco tempo, stanco dei suoi scandalosi tradimenti la fece rinchiudere in un convento spagnolo, dove Maria morì disperata. 
Secondo qualche voce autorevole, il busto posto sul timano della chiesa di fronte alla Fontana di Trevi, non è quello di Ortensia, bensì quello di Maria. Di sicuro, osservare quel busto fa pensare a una "focosità biologica ereditata non nel senso di beni materiali" dalle due autorevoli sorelle, figlie di Geronima Mazarino (sorella del potente "cardinale") e del barone Lorenzo Mancini. Mazarino fu l'eminenza grigia della loro vita e loro ricorsero a lui ogni volta si presentasse un problema. Non a caso le due bellissime ragazze vennero denominate
"Mazarinettes"