ISTITUTO STORICO E DI CULTURA DELL'ARMA DEL GENIO di Claudio Di Giampasquale
Nell'autunno del 2025 il Museo del Genio dell’Esercito Italiano, storico edificio degli anni Trenta, ha riaperto le sue porte al pubblico in una rinnovata veste di centro culturale, su lungotevere della Vittoria a due passi dal Foro Italico,esattamente all'imbocco da piazzale Maresciallo Giardino. Si può visitare in uno storico e imponente spazio di oltre quattromila metri quadri, nel quale convivono un museo, un archivio storico e fotografico, una biblioteca specialistica e un laboratorio di studio e ricerca.
le radici storiche di questo prestigioso corpo militare
Il Genio Militare Italiano ha profonde radici nell'ingegneria e nelle tattiche dell'antica Roma, ereditando le funzioni di costruttori, ingegneri e specialisti di fortificazioni dei legionari romani, evolvendosi in corpi moderni come pionieri, pontieri e ferrovieri, mantenendo l'essenza di supporto tecnico e operativo fondamentale per l'esercito, proprio come nell'antichità.
Anche in tempi più recenti non fu da meno questo nostro reparto militare. Strade, ospedali, ponti, teleferiche, gallerie, linee ferroviarie; in pianura, lungo i fiumi o in altissima quota; durante la prima e la seconda guerra mondiale queste strutture furono realizzate con sforzi eccezionali e in condizioni impossibili, diventando veri e propri monumenti all'eroismo dei genieri.
Nell’ Arma del Genio è difficile stabilire dove finisca lo studioso e dove inizi il soldato. Sin dall'antichità i genieri militari italici, tra i quali vi furono ingegneri, architetti, geometri, falegnami e fabbri, tutti operanti sotto il comando d'un "praefectus fabrum" in ogni legione, furono protagonisti nelle strategie militari per l'espansione di Roma, di conseguenza della realizzazione d'un'immensa rete viaria, a tal punto della coniazione del famoso detto «omnes viae Romam ducunt». Eppoi questi "geni", di nome e di fatto, con la loro arguzia progettuale e realizzativa permiseo la costruzione d'incredibili fortificazionie e campi militari, tra i quali non pochi, da "castrum" (accampamento) evolverono in vere e proprie "civitas" (città), che nei secoli costituirono terreno propizio per lo sviluppo della "civiltà occidentale". Tre, tra le tante sono: Londinium (Londra), Lutetia Parisiorum (Parigi), Mediolanum (Milano).
le origini del genio militare italiano
La storia iniziò con i minatori sardi e si formalizzò nel 1775 quando questo corpo venne denominato "Regia Armata Sarda" ossia l'esercito di terra dello "Stato Sabaudo" prima, ed in seguito del "Regno di Sardegna". Il Genio si distinse per l'episodio del gesto eroico del soldato minatore Pietro Micca addetto alla difesa delle gallerie sotterranee della fortezza della Cittadella un punto strategico lungo l'antica cinta muraria di Torino che, durante l'assedio del 1706, sacrificò la vita per fermare l'avanzata francese nelle gallerie sotterranee accendendo una mina proprio mentre i nemici stavano entrando per conquistare la città italiana, salvandola così dalla caduta. Pietro morì dilaniato dall'esplosione, diventando simbolo del coraggio e del sacrificio sabaudo.
Nel 1814 ebbe inizio la ricostruzione del corpo dello Stato Sabaudo e del Regno delle Due Sicilie completata nel 1823 con la nascita del "Corpo Reale del Genio". Il primo reggimento di genieri fu costituito dal re Carlo Alberto di Savoia nel 1848 e comprendeva due battaglioni con una "compagnia minatori" e quattro "compagnie zappatori". In occasione della spedizione in Crimea del 1855 s'aggiunse la "compagnia pontieri". Nelle Guerre d'Indipendenza italiana, insieme a tutti i reparti, si distinse anche un "reggimento ferrovieri", in particolar modo e valore nell'assedio di Gaeta uno degli ultimi fatti d'armi decisivi per la nascita dello Stato italiano, che determinò l'apoteosi del "Risorgimento". Ed anche in questa storico evento tutti i reparti del Genio ebbero un ruolo fondamentale, la città di Gaeta al confine tra il Regno delle due Sicilie e lo Stato Pontificio era difesa dai soldati dell'esercito borbonico, lì arroccato dopo la Spedizione dei Mille. L'intervento della Regia Armata Sarda quasi parallelamente alla presa di Messina e all'assedio di Civitella del Tronto, portò alla proclamazione del Regno d'Italia.
Eppoi durante il celebre avvenimento della presa di Roma, la mattina di martedi 20 settembre 1870 il Genio svolse un compito fondamentale successivamente all'intenso e prolungato cannoneggiamento col quale fu aperta la breccia nelle mura Aureliane tra Porta Pia e Porta Salaria, permettendo alle truppe del generale Raffaele Cadorna d'entrare nella città eterna, ponendo fine al potere temporale dei papi, a completamanto dell'unità nazionale italiana.
L'unificazione dello stato italiano vide le truppe del Genio sempre al proprio posto di lavoro. Durante il primo decennio dello scorso secolo questa prestigiosa arma era composta da diversi reggimenti tra cui quelli degli zappatori, dei telegrafisti, dei pontieri, dei minatori, dei ferrovieri ed uno di specialisti.
l'arma del genio nelle due tragiche grandi guerre del novecento
Sin dagli albori dello scorso secolo, con l'avvento della rivoluzione industriale e delle moderne tecnologie, evolvettero le modalità e le strategie militari. Le due guerre mondiali evidenziarono nel loro corso la predominanza dell'artiglieria sugli altri armamenti e sulle diverse altre modalità di combattimento miltitari degli eserciti, della marina e dell'innovativa aviazione. L'aereo, appena arrivato strumento di combattimento, cominciò sin dalla prima grande guerra ad essere impiegato militarmente per colpire obiettivi al suolo. Mutò anche il modo di combattere la guerra in mare, non solo per attaccare o difendersi sulla superficie o dai bombardamenti aerei, ma anche dall'innovativa minaccia dei sommergibili e altri ordigni sottomarini il cui utilizzo serviva sostanzialmente ad assaltare e affondare le unità navali. I due feroci conflitti del Novecento vennero definiti «totali» per il coinvolgimento massiccio di civili e risorse nazionali; «mondiali» per la loro estensione geografica senza precedenti e per la partecipazione di quasi tutte le nazioni; «tecnologici» per l'uso di armi sempre più letali e sofisticate al punto di poter arrivare a distruggere in un b'atter docchio l'intero pianeta. In sostanza, le ultime due guerre mondiali segnarono una svolta radicale nella storia bellica e sociale, ridefinendo geopolitica, mentalità e il concetto stesso di conflitto rispetto alle precedenti guerre svoltesi in tutti i secoli prima del Novecento, periodo che, in altre parole, ha in pochi decenni velocemente proiettato il pianeta verso un inarrestabile "futuro". In tutto ciò, il ruolo del Genio militare è stato sempre imprescindibile.
Durante le due guerre mondiali l'Arma del Genio creò nuove specialità in funzione delle sempre più sofisticate esigenze evolutesi con l'introduzione di nuove armi. Durante i conflitti quest'impagabile reparto militare costruì oltre diecimila chilometri di strade, con centinaia di chilometri di ponti sia mobili che stabili, sia per passaggi di veicoli e persone che ferroviari. Scavò ottantamila chilometri di trincee, costruì numerosissimi ridotti, fortini e baraccamenti. Stese centomila chilometri di linee telefoniche e installò più di mille stazioni telegrafiche, telefoniche, ottiche e radiotelegrafiche. Scavò nella roccia venti chilometri di galleria. Costruì centoquarantasette chilometri di armamento e sedi stradali e per ferrovie, e chilometri di ponti. I militari del Genio italiano costruirono inoltre centinaia di teleferiche a vari dislivelli con decine di migliaia di chilometri di fune. Dopo le guerre il Genio militare riattivò decine di migliaia di chilometri stradali e ricostruì ponti distrutti. Dove possibile riparò e rimise in sesto centinaia di migliaia d'abitazioni ed eresse decine di migliaia di edifici provisori per gli sfollati. Ricostruì scuole e ospedali.
il museo del genio militare italiano in lungotevere della vittoria
L'esposizione permanente dell'Arma del Genio occupa tutto il pianterreno dell'edificio in lungotevere della Vittoria 31 in un polo che testimonia l'ingegno e la cultura militare italiana nella storia. Illustra le attività delle nostre forze armate in tempo di guerra e di pace, con sezioni dedicate all'architettura militare, alle trasmissioni, all'aeronautica e ai pontieri, attraverso plastici, modelli, strumenti e reperti di grande valore storico. L'edificio stesso, progettato nel 1936 dall'ingegner tenente colonnello del Genio Gennaro De Matteis, costruito nella prima metà dello scorso secolo, rappresenta uno dei vertici dell'architettura istituzionale del Novecentoun ed è un esempio d'architettura razionalista e monumentale, costruito con materiali tipicamente romani, dal travertino ai mattoni. Offre ai visitatori elementi assai scenografici come l’ampia esedra d’ingresso e il possente torrione che evoca l’idea d'una cittadella fortificata, che si erge dietro al cortile di Santa Barbara dalla caratteristica forma a emiciclo.
Al primo piano trova collocazione l'esposizione storica dell'architettura militare che, con dovizia di plastici e modelli, illustra il percorso nei secoli dell'architettura militar. A cominciare dalle fortificazioni storiche e gli antichissimi nuraghi sardi, per continuare con le fortificazioni romane, i castelli medievali e fortilizi di varie epoche sino ad oggi. Cìè il salone dedicato a Giulio Cesare, primo grande Geniere, politico, militare, scrittore e oratore, considerato una delle figure più importanti e influenti della storia, e che ebbe un ruolo fondamentale nella transizione del sistema di governo dalla forma repubblicana a quella imperiale.
Nei piani del grande spazio espositivo è possibile ammirare plastici delle città italiane, modelli di ponti, strumenti e apparati delle diverse specialità che raccontano la capacità di coniugare il sapere tecnico con la creatività operativa. Inoltre un imponente patrimonio documentale che conta oltre ventiquattromila volumi, trentamila fotografie storiche e iconografie. Più di centocinquantamila documenti che attraversano secoli di storia militare, scientifica e tecnologica del nostro Paese. Inoltre, questo grande spazio è anche palcoscenico per grandi mostre di diverso genere culturale. Non molti romani e tantomeno i turisti che visitano la città, sono a conoscenza dell’esistenza di questo luogo che testimonia la grandezza della civiltà italiana attraverso lo straordinario patrimonio esposo all'interno e all'esterno del meraviglioso edificio che lo ospita. È possibile il Museo dell'Arma del Genio dal martedì al venerdì dalle ore dieci alle diciassette. Il sabato e la domenica fino alle ore venti. La biglietteria chiude un’ora prima. Il lunedì è chiuso. Ecco il link per prenotare la visita alla mostra permanente o quelle periodiche.
Ecco in bianco e nero, il video realizzato dalla regista Silvia Pizzetti, in cui Antonio Pascuzzo curatore degli spazi espositivi, racconta del Museo dell'Arma del Genio












