LA MISTERIOSA MERIDIANA DI PIAZZA SAN PIETRO di Claudio Di Giampasquale
L'obelisco vaticano al centro di piazza San Pietro è un antichissimo monolite che ha visto girare il nostro pianeta intorno al sole per incalcolabili stagioni. Fu scolpito in Egitto circa duemila anni prima della nascita di Cristo nell'antica "Città del Sole".
Dopo diverse peripezie nei secoli, oggi svetta al centro della culla della cristianità coi suoi ventisei metri e collocato su un alto basamento raggiunge quasi
quaranta metri d'altezza totale.
La sommità in una sfera d'oro contiene parte della Croce di Cristo. Mentre sulle pareti granitiche del basamento sono scolpite diverse scritte, tra le quali vi è un potente motto contro i demoni usato al principio d'ogni esorcismo: «Ecce Crux Domini. Fugite partes adversae. Vicit Leo de Tribu Iuda».
il monolite che difende la chiesa dal demonio
L'obelisco al centro di piazza San Pietro è lo "gnomone" della più grande e misteriosa meridiana del mondo. Sono seducenti ed enigmatici i segreti astronomici e i simbolici nascosti nella pavimentazione, che utilizza l'antico stilo egizio per segnare i solstizi del ventidue giugno e del ventidue dicembre; nonché gli equinozi del ventidue marzo e del ventidue settembre. Mostrando il tempo preciso e i cicli solari attraverso dischi di marmo e la grande "rosa dei venti" legando la scienza antica alla fede e ai ritmi agricoli. L'enorme e misteriosa meridiana di piazza San Pietro è un'antica macchina di pietra del tempo, delle stagioni e dei venti che pochi conoscono veramente. Rimane emblematico il romanzato riferimento letterario dello scrittore statunitense Dan Brown nella sua affascinante opera "Angeli e Demoni" riguardo: «...il simbolo della seconda scultura del cammino degli Illuminati rappresentato da uno dei bassorilievi sotto il monolite ove compare la scritta "west ponente" (soffio di Dio) raffigurata da un angelo che soffia e guida Robert Langdon, il protagonsta immaginario dell'opera, verso la successiva tappa per svelare l’enigma degli illuminati e risolvere una situazione a dir poco allucinante, utilizzando un testo scritto a mano da Galileo conservato nell’Archivio Segreto Vaticano in cui una quartina indica che dentro Roma si snodano gli elementi mistici che portano alla via della Luce ove è segnata la prova sacra, ossia i quattro elementi fondamentali per la scienza antica, Terra, Aria, Fuoco e Acqua, ai quali furono eretti dagli Illuminati quattro simbolici “altari della Scienza” nascosti nell'antica città eterna...».
Ma com'era all'origine il MONTS vaticanUS?
Per i cristiani di fede cattolica la sacralità del luogo dove sorge la Basilica di San Pietro è immensa. Fu in questo grande spazio sull'«ager vaticanus» che fu posta la prima pietra della Chiesa: nella paludosa spianata ove c'erano le rovine del "Circo di Nerone" nell'area sul quale Caligola collocò un obelisco egizio di granito rosso, scolpito nella terra dei faraoni poco meno di due millenni prima della nascita di Cristo. Si narra che l'augustus Gaio Giulio Cesare Germanico (Caligola) fece trasportare il monolite da Heliopolis (Citta del Sole) a Roma su una nave carica di lenticchie per proteggerlo dagli urti. Lo fece collocare in cima al colle vaticanus sulla riva destra del Tevere nell'area dell'agro fuori urbe che ospitava gli "horti di Agrippina Maggiore" tra il colle Gianicolo e la "vallis Infera" territorio argilloso di cave e fornaci di laterizi (oggi Valle Aurelia).
L'altura vaticanus era un luogo di preghiera e di predizione del futuro in quanto vi erano attivi diversi oracoli. Pochi anni dopo l'imperatore Nerone fece edificare intorno all'obelisco un'arena per attirare e aggraziarsi il popolo. Nei pressi vi era anche un cimitero monumentale patrizio, nonchè una necropoli ove venivano sepolti i corpi dei cristiani martirizzati nel cruento circo neroniano. Fu proprio in questa necropoli che venne sepolto il principe degli apostoli Simon Pietro di Betsaida detto Pietro, dopo che fu martirizzato su una croce nello stesso modo in cui trent'anni addietro fu crocifisso il suo Maestro sull'altura del Golgota appena fuori da Gerusalemme.
Alla morte di Nerone il circo e gli horti caddero in disuso e in rovina. Il monolite rimase in piedi. I cristiani continuarono a farsi seppellire accanto alla tomba di San Pietro e così la necropoli nei circa tre secoli che seguirono divenne prevalentemente cristiana, prendendo nettamente il sopravvento sulle sepolture dei romani di fede politeista, i quali per "superstitio" avevano smesso d'usare quel luogo di "postmortem monoteista". Gli antichi romani per natura avevano uno spirito pratico e concreto, ma erano nel contempo molto superstiziosi; credevano nell'occulto, nell'influsso di elementi soprannaturali nelle vicende quotidiane e nel favore, o meno, delle divinità prima d'adottare un certo comportamento o per ogni azione da intraprendere.
la Basilica Costantiniana
Nel secondo decennio del Trecento dopo Cristo, l'Imperatore Costantino liberalizzò il cristianesimo e il credo al Verbo di Gesù finalmente si potè professare alla luce del sole dentro specifici luoghi di culto. L'imperatore decise di far erigere proprio sopra la necropoli vaticana una grande basilica cristiana che inizialmente venne chiamata
"Basilica Costantiniana".
La prima pietra del primo luogo di culto alla fede di Cristo venne posta esattamente sopra la tomba di San Pietro, nel rispetto del volere di Gesù, che prima di morire in Galilea incaricò in primis il pescatore Simon Pietro di diffondere il Verbo con la prima solenne frase propedeutica all'inizio dell'istituzione Chiesa: «Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam».
E così fu. La "Chiesa" nacque, proprio lì, in cima al
«mons Vaticanus» oltre la sponda destra del Tevere, sul sacro tumulo del primo pontefice.
la basilica di san pietro, baricentro della cristianità
Sabato 18 aprile 1506, il pontefice Giulio II diede il via alla costruzione della nuova Basilica di San Pietro nel luogo dell’attuale pilone di Santa Veronica che all’epoca si trovava all’esterno dell’antica chiesa costantiniana sulla sinistra dell’abside. Piazza San Pietro deve il suo aspetto attuale a Gian Lorenzo Bernini, la cui immaginazione diede vita alla grandiosità del monumentale colonnato ovale, formato da duecentottantaquattro colonne, ottantotto pilastri di travertino e centoquaranta statue sulla balaustra. Lo spostamento dell'obelisco vaticano avvenne nel 1586 per volontà del pontefice Sisto V che dide incarico all'architetto Domenico Fontana di posizionarlo esattamente al centro della piazza capolavoro del Bernini. Fu un'impresa ingegneristica monumentale per portarlo lì. Vennero impiegati novecento uomini, centoquaranta cavalli e quaranta argani. Ci fu a un certo punto il rischio che il monolite crollasse a causa dell'enorme peso che quasi fece cedere le corde di sospensione che suscitò il terrore tra i presenti, in particolar modo dell'architetto Fontana che se la vide brutta. Rimane celebre per il ripetuto grido «Acqua alle corde!..Acqua alle corde! ...» del marinaio ligure Benedetto Bresca, che salvò il preziosissimo obelisco dal disastro. I lavori si conclusero circa mezzo secolo dopo, durante il pontificato di papa Urbano VIII.
Per sintetizzare un racconto che richiederebbe fiumi d'inchiostro nella descrizione delle varie avvincenti fasi di perfezionamento del più importante luogo di culto della cristianità, mi limito semplicemente a scrivere che in quasi un secolo e mezzo vi fu il il contributo di numerosi geni dell'epoca, i quali con la loro incommensurabile arte, abilità ed estro, ne diedero la forma definitiva. Ebbene, oltre a Gian Lorenzo Bernini e Domenico Fontana, parteciparono alla realizzazione di quest'enorme capolavoro maestri del calibro di Michelangelo Buonarroti, Bramante, Raffaello Sanzio, Giacomo della Porta, Francesco Borromini, Carlo Maderno, Antonio e Giuliano da Sangallo, Baldassarre Peruzzi, Pirro Ligorio, Jacopo Barozzi da Vignola, e non solo.
la meridiana più grande del mondo
È sicuramente l’orologio solare più grande del mondo, le braccia semicircolari del colonnato di Bernini ne delimitano il quadrante costituito dall’intera piazza San Pietro, che ha una superficie di circa quarantamila metri quadrati. Questa meridiana polifunzionale fu realizzata nel 1817 sotto il pontificato di Pio VII che visto il progetto dell'astronomo vaticano monsignor Filippo Luigi Gilj, lo incaricò all'esecuzione. Collocata sul selciato intorno all’obelisco la meridiana è formata da sedici dischi marmorei con la raffigurazione del punto cardinale e del vento ad esso associato. Riguardo le scritte dei dischi è osservabile una piccola incongruenza linguistica: sugli ovali lato basilica il termine “ovest” è indicato in inglese come “west”, ma sul lato opposto gli ovali riportano “est” e non coerentemente “east”, né altrove vi sono termini stranieri. Una fascia di granito rosso va in linea retta da un punto situato a destra della base dell'obelisco fino al di là della fontana realizzata dall'architetto Carlo Maderno.

I due dischi marmorei estremi della fascia stanno ad indicare i due luoghi dove, a mezzogiorno vero, l'ombra della croce cade nei due giorni solstiziali dell'anno (come detto il 22 giugno e il 22 dicembre). Il primo disco in marmo indica il solstizio in Cancro, il secondo il solstizio in Capricorno. Fra questi due estremi, altri cinque dischi indicano il passaggio del sole nei segni zodiacali accoppiati: Leone-Gemelli, Vergine-Toro, Bilancia-Ariete, Scorpione. Pesci e Sagittario-Acquario. I dischi furono cambiati una volta nel 1852 quando furono posti sulla piazza i primi lampioni a gas . Una seconda volta circa trent'anni dopo sotto il pontificato di Leone XIII. Ed un'ultima volta nel 1924.
er core dé nerone
Per concludere, ecco un'altra delle diverse misteriose curiosità celate in questo sacro luogo, che comunica in diversi punti del suo armonico spazio una marea di messaggi esoterici. C'è ad esempio una chicca molto amata dai romani e che intriga non poco anche visitatori e turisti che ne hanno sentito parlare. Ebbene, nei pressi del disco di travertino del libeccio della rosa dei venti, più esattamente sul lato sinistro sotto il monolite, guardando la facciata della basilica, se si scruta meticolosamente il selciato è possibile individuare, camuffato dalla regolare simmetria delle pietre, uno strano sampietrino a forma di cuore. Vox populi narra diverse leggende in merito a questo "sercio" ma prima di citare quella che a mio modesto parere ritengo sia la più attendibile, voglio premettere che piazza San Pietro fu lastricata con queste pietre solo nella prima metà del diciottesimo secolo sotto il pontificato di Benedetto XIII in seguito al ribaltamento del suo carro papale a causa del fondo sconnesso, di conseguenza le suggestive narrazioni legate agli amori di Michelangelo o di Bernini non hanno corrispondenza temporale nè con la prima pavimentazione tantomeno con le diverse altre successive. Osservando il grado di usura di questa pietra, ritengo la più plausibile sia quella corrispondente all'ultimo intervento eseguito negli anni Venti dello scorso secolo, quando un "serciarolo" di profonda fede cristiana, sapendo di lavorare nel luogo dove furono martirizzati migliaia di cristiani, dopo aver scolpito con amore il suo cuore di pietra vulcanica, lo ha fissato esattamente nel punto dove ancora oggi è possibile individuarlo. Mi piace pensar che sia andata davvero così e che questa speciale opera sia nella piazza più simbolica per onorare tutti i martiri dimenticati sepolti sotto.














