LA LENTA AGONIA DELLE EDICOLE ROMANE di Claudio Di Giampasquale

Fino alla fine dello scorso secolo, si scendeva in strada e ci si fermava in edicola. Quattro chiacchiere sulla vita del quartiere, sulla vita in generale e si andava al bar e si sfogliava il giornale, si annusava l'odore della carta stampata, si palpava letteralmente ogni singolo foglio facendolo scorrere tra pollice e indice. Un'abitudine che ha ormai il sapore del passato, un'istantanea color seppia del Novecento che fa vivere momenti di nostalgia.
I tempi sono cambiati e se la colazione al bar è un'abitudine ancora consolidata, chi sta lentamente scomparendo sono le edicole che si estinguono progressivamente in silenzio nell'indifferenza delle nuove generazioni. Eppure a Roma i
«giornalari» sono stati molto di più di un semplice chiosco che vende i giornali. Le edicole romane, come quelle di qualsiasi parte d'Italia, sono state luoghi in cui la cultura e l'informazione, le chiacchiere e gli sfottò di politica e di sport si sono incontrati e intrecciati quotidianamente e per quanta potenza ci sia nel digitale non si riuscirà mai a replicare la potenza suggestiva ed emotiva del chiosco dei giornali.
Le edicole sono state e sono da sempre un punto di riferimento dei rioni e dei quartieri della città eterna luogo simbolo di incontro e di socialità. Negli ultimi anni a Roma hanno chiuso oltre duecentocinquanta edicole e a mano a mano che passa il tempo molte altre rischiano di chiudere per sempre. È una graduale e inesorabile ecatombe.
La crisi della carta stampata ha intossicato e reso impossibile la vita dei chioschi di giornali. L'autorevolezza dei quotidiani è divenuta desueta, metaforicamente la gente oggi
"la notizia la vuole sapere mentre accade" e ciò che esce in edicola la mattina è ormai sorpassato e travolto dalla bulimia d'informazioni che provengono da internet, dai social, dai blog, dagli influencer. Un universo frammentato e velocissimo ha preso il posto della naturale filiera editoriale.
Oggi il settore a causa della crisi del prodotto presenta una contrazione economica sempre più difficile se non impossibile da governare. A Roma basta fare un giro per toccare con mano la crisi del settore. Sono diverse le edicole che hanno tirato giù le saracinesche per non riaprire più. Molte quelle che hanno ridotto l'orario. Stare aperti non conviene. E la notte non ne parliamo. Trovare un giornalaio dopo cena è ormai un'impresa. Anni fa era diverso. La notte l'edicola in diversi punti centrali della città era un luogo vivo. La gente compra sempre meno i giornali di giorno, figuriamoci di notte.
E si scorrono gli annunci immobiliari fa impressione vedere quante sono quelle in vendita. Ce ne sono per tutte le tasche, il problema è trovare qualcuno disposto a sborsare del denaro per un lavoro ormai in crisi. Neanche i cinesi ci hanno messo le mani. Non è un business neppure per loro. I giornalai di oggi si reggono sulle riviste settimanali o mensili ma ormai vendono meno di un terzo delle copie di una volta e quando va bene riescono a portare a casa al massimo un solo stipendio con degli orari di gestione che richiedono l'ausilio di almeno due turni di lavoro. Sono costrette ad andare avanti vendendo souvenir e cartoline, ed in effetti alcune di quelle rimaste, più che edicole sembrano piccoli bazar dove si vende di tutto, anche l'acqua.