LA NOTTE DELLA MORTE DELLA PRIMA REPUBBLICA contributo tratto da un servizio di Rai Tre
La sera di venerdi 30 aprile 1993 la folla inferocita si radunò e attaccò il leader Psi sotto l'hotel Raphael a largo Febo una piazzetta a pochi passi da piazza Navona, quella che era la sua casa romana. Quella notte morì la Prima Repubblica (e forse furono gettati i semi del populismo). Almeno duecento persone attesero inferocite lo storico leader del Psi senza nemmeno sapere se lui fosse o meno dentro all’albergo. Il clima era rovente: l’Italia, appena un anno prima, fu prima colpita al cuore dalle stragi mafiose che uccisero i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E a ruota arrivò Mani Pulite, l’inchiesta del pool milanese, che spazzò via un’intera classe politica, permeata dalla corruzione. La notte del lancio delle monetine simboleggia la fine della"Repubblica dei partiti" e all'ascesa di un nuovo sistema politico. In Italia regnava il caos, il sistema era al collasso. L'economia crollò. Le campagne referendarie di quell'anno portarono a importanti riforme elettorali e a un forte messaggio di volontà di cambiamento da parte dell'elettorato, segnando un punto di non ritorno verso la fine del vecchio sistema. Diversi partiti si sciolsero tra cui la Democrazia Cristiana che dal dopoguerra aveva governato il Paese. Emerse una nuova configurazione politica, con l'affermazione di nuove forze e leader, che portò all'inizio della cosiddetta Seconda Repubblica Italiana.
Bettino Craxi si recò volontariamente ad Hammamet, in Tunisia, mentre erano ancora in corso i procedimenti giudiziari a suo carico, e vi morì nel 2000 come "latitante" secondo le definizioni del tribunale. Sebbene per i suoi sostenitori quella di Craxi fu una scelta di esilio forzato per sfuggire a una giustizia politicizzata.