ACCADDE IN VICOLO DEL BUCO di Claudio Di Giampasquale

Sul retro dell'abside della Chiesa di Santa Maria della Luce nel cuore di Trastevere, il vicolo del Buco collega via della Luce a piazza del Drago. Lastricato di sampietrini scorre tra edifici ricoperti d'edera e antichi palazzetti dai toni caldi, in un'atmosfera unica e senza tempo. Al civico 2 c'è l'antica osteria "La Villetta da Gino" che non è semplicemente un tuffo nel cibo e nei sapori della più tradizionale cucina romana, ma è soprattutto un tuffo nei ricordi di una Roma sparita, rappresentata dai personaggi del bel dipinto murale realizzato nella metà dello scorso secolo da un'artista di strada berlinese su una parete in fondo alla grande sala interna.‌

Questa trattoria era tra le preferite nella capitale dal cantautore bolognese Lucio Dalla, quando trentasettenne venne ad abitare a Roma fino al 1986, innamoratosi delle magiche atmosfere di Trastevere, caratterizzate da vicoli acciottolati, piazze vivaci e un'atmosfera autenticamente romana. Lucio abitò nella città eterna esattamente qui a pochi passi dall'osteria "La Villetta da Gino", la sua abitazione era in vicolo del Buco al civico 7.

Era all'apice della sua creatività, in quegli anni a cavallo dei decenni 70/80 Roma fu la sua musa ispiratrice per la realizzazione di meravigliose canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana. Il genio bolognese visse qui uno stato di flusso, in cui la sua mente iperattiva generò idee, poesie e musiche uniche e irripetibili. Trastevere illuminò la sua capacità di creare qualcosa di nuovo e originale in modo spontaneo e naturale. Vicolo del Buco divenne per quasi un decennio la sua "zona di comfort romana" ove svolse la vita quotidiana e dove ebbe relazioni strette e durature.

L'Ispirazione

Era una notte di giugno del 1980 quando Lucio Dalla tornato a casa dopo una notte trascorsa in giro per Roma con i propri amici, sentì il bisogno di sedersi al piano e comporre una canzone da dedicare alla città in cui era venuto a vivere. Quella serata era stata magica in quella capitale diversa da oggi, quell'estate si svolgeva la terza edizione dell'Estate Romana voluta dall'architetto Nicolini e i romani in quegli anni bui di scontri politici e terrorismo, finalmente anche sul tardi si riversavano per le strade a frotte godendosi le suggestive atmosfere delle prime iniziative culturali e spettacoli tra la magia dei monumenti illuminati e il profumo delle calde serate. Girovagando la sera nel centro era più facile conoscere e fare amicizia di persona rispetto ad oggi nell'era dei social media, perchè allora se volevi farlo dovevi essere in grado di socializzare verbalmente senza l'ausilio delle tecnologie di oggi. Era un centro di Roma che agli occhi di Dalla apparve come un luogo speciale e unico, senza differenza di classi sociali, una città che per sua stessa natura proteggeva anche gli ultimi e i più deboli, un tema molto caro sia a lui che ai suoi amici bolognesi Pier Paolo Pasolini e Roberto Roversi che lo ispirarono non poco. 
Ebbene, quella calda notte di giugno nello studio della sua casa in vicolo del Buco, Lucio estasiato da tali atmosfere dipinse una Roma sospesa tra sogno e realtà, trasformando quella notte qualunque in un momento di pura magia. Da mezzanotte fino all'alba Dalla tracciò le forme d'un autentico capolavoro, seduto sul suo piano l'artista sentì prendere forma la fusione d'emozioni, poesia e musica. Non aveva ancora quarant'anni ed era all'apogeo dell'estro: spirito guida e sensibilità lo guidavano mantenendolo sveglio e lucido. I versi e le strofe che s'amalgamavano alla musica lo guidavano a trasformare quella notte romana in un luogo di possibilità infinite, miracoli e meraviglie. Ne "La Sera dei Miracoli" il genio bolognese mescolò nelle giuste dosi immagini vivide a una melodia intensa e avvolgente.

La sera dei miracoli

Lucio Dalla era un musicista con un talento eccezionale, in tutto il suo percorso artistico ha esplorato fino in fondo le potenzialità infinite della sua musica, percorrendo strade inconsuete. Influenzato da una significativa conoscenza di vari generi (tra cui spiccava il jazz) il suo estro artistico si manifestò nel tempo attraverso la composizione di pezzi meravigliosi e innovativi per le epoche in cui li scrisse. Considerando inoltre una magistrale capacità d'esecuzione dal vivo, si può affermare senza dubbio che Dalla sia stato una delle massime espressioni della musica italiana.