"PIANTÀ LA LIBBARDA" di Claudio Di Giampasquale

Questo vecchio modo di dire romanesco si rifà a una storiella tramandataci da Giggi Zanazzo. Oggi, quest'espressione è rara ma spesso qualcuno tra i più "veraci" la tira fuori. Ecco le origini di questo curioso detto.

Agli albori del diciannovesimo secolo la penuria di cibo e di pane a Roma giunse all'estremo. All'epoca c'erano qui i soldati napoletani al servizio del papa o meglio, del pontefice inteso come entità politica e territoriale. Allora era Pio VII. I militari partenopei ebbero un ruolo significativo nella storia di Roma, soprattutto durante periodi di conflitto e di transizione politica.

Ebbene, alla fine del mese di gennaio del 1800 i soldati napoletani incaricati a difendere i forni minacciati dai saccheggi, più volte furono costretti a far uso delle armi e molte persone vennero ferite. Davanti al forno di San Carlo al Corso, un ragazzo fu schiacciato nella calca. Sui muri dei rioni era scritto: «Pane o morte». Si giunse a far del pane coi piselli, con le fave e con la biada.

La principessa 'Teresa Orsini di Gravina' moglie del principe 'Luigi Giovanni Andrea Doria Landi Pamphilj' prefetto dell'Annona, un giorno mentre passava per il Corso in carrozza fu accerchiata e il mezzo venne preso a fischiate e sassate da una turba di affamati e insultata nel tentativo di farsi largo. Fu scortata dalle guardie, venutele in soccorso, fino al palazzo di sua proprietà. Appena arrivò la principessa Teresa pallida come un cencio perse i sensi. Nello stesso giorno il marito rinunciò alla carica.
«La penuria di pane durò un mese e oltre l'auspicato» Zanazzo aggiunse poi «certi fornari 'antichi antichi' tenevano ná libbarda poggiata sur cantone de la bottega». Il motivo era da ricercare nel diritto d'ogni panettiere d'avere a disposizione un piantone armato di alabarda incaricato ufficialmente dal pontefice a proteggere il panificio in caso di tumulti provocati dalla carestia. E il militare sul posto veniva rifocillato a ringraziamento per la protezione rivevuta e quindi rimaneva il più possibile. Il popolo vedeva queste figure armate dissuasive, come degli scrocconi, per ciò non le gradiva, indipendentemente dalle proprie intenzioni o meno di saccheggio. 
In sostanza nel dialetto romanesco
«piantà la libbarda» sta ad indicare chi, rimane in un posto oltre il tempo previsto, impedendo agli altri di accedervi ...magara pure a scrocco dé chi lo ospita.