QUELLA SERA DA "CHECCO ER CARRETTIERE" di Eleonora Baldwin - Gambero Rosso
Giugno 1982, era l'anno dei mondiali di calcio in Spagna e trionfò l'Italia al Santiago Bernabéu di Madrid. Una foto di cinque amici a cena: da Gianni Minà a Muhammad Ali, da Bob De Niro a Sergio Leone fino a Garcìa Marquez. Una serata entrata nella storia, organizzata in una trattoria di Trastevere in via Benedetta una stradina dietro piazza Trilussa. Disse Stefania Porcelli, la nipote di Checco: «Ha fatto tutto papà, dalla frittata di patate all'amatriciana"». La vera storia della foto appesa da "Checco Er Carrettiere".
«Eravamo io, Gianni Minà, Muhammad Ali, Bob De Niro, Sergio Leone e Garcìa Marquez tutti insieme a cena da Checco Er Carettiere a Trastevere».
Non è l’incipit di uno sketch di Fiorello, ma la realtà di quello che avvenne una magica notte del 1982 nel noto locale in via Benedetta, documentato da una foto leggendaria. A luglio 2022 Minà postava l’istantanea scattata nell’estate del 1982 sul suo profilo Instagram, dove il giornalista amava condividere le tante mirabolanti esperienze vissute grazie al suo lavoro. Lo scatto fotografico è ancora esposto su una parete da
"Checco Er Carrettiere", ristorante simbolo di Trastevere dal 1935, e luogo dove è stato scattato. Un'immagine serena che ritrae un
Gianni Minà sorridente accanto a Muhammad Ali suo amico fraterno; Sergio Leone e Robert De Niro che stavano iniziando le riprese di
C’era una Volta in America, e Gabriel García Marquez, scrittore colombiano premio Nobel, anche lui amico di Minà. «Questa foto giustifica il mio lavoro di giornalista, ed è la summa del mio modo di essere, del piacere che dà l’amicizia»
scriveva Minà,
una cena improvvisata
In un’intervista al Corriere della Sera, ricordando quell’incredibile serata, Gianni spiega come fosse riuscito a mettere insieme tutti quegli amici a Trastevere: «Era passato a trovarmi Muhammad Ali, che in quei giorni era a Roma, e stavamo per andare a cena, quando mi chiama Robert De Niro, di cui sono amico, per vederci. Gli dico con chi sono e gli propongo di raggiungerci e lui risponde che si considerava già invitato. Stavamo per uscire quando squilla di nuovo il telefono, questa volta era Sergio Leone, appena bidonato da De Niro: “A fijo de ‘na mignotta voglio veni’ pur’io!”. Buon ultimo chiama Gabo (García Márquez, ndr) e il gruppo era fatto. Ancora adesso non so capacitarmi di come sia stato possibile riunire, in una sera d’estate a Roma, questi amici».
cosa hanno mangiato
«C’erano anche altre persone quella sera, una decina. Ma non dirò mai chi sono». Stefania Porcelli, la nipote di Checco che quella sera vide suo papà Filippo detto Pippo scattare l’epocale istantanea, ci conferma che a tavola «Quella sera i nostri ospiti ci chiesero riservatezza. Nessun paparazzo seppe nulla». Gli ospiti seduti a quella incredibile tavola non hanno nemmeno ordinato, «Ha fatto tutto papà» sorride Stefania, «Sergio Leone, che da Checco Er Carrettiere pranzava tutti i giorni, una sorta di prolungamento del suo ufficio-casa nella vicina abitazione, disse il solito, “A Pi’, pensace te” e così è stato». Dalla cucina arrivarono a tavola i piatti che hanno fatto la storia del locale: la frittata di patate, l’amatriciana, la gricia, la pezza in padella che è fesa di manzo cotta con aglio, olio e peperoncino, i tagliolini con l’asparagina, o con il pesce, i carciofi alla giudia… La cena cult durò a lungo, e alla fine il conto lo pagò Gianni Minà. Un sogno di cui resta un’immagine senza tempo.