UN GIORNO DA DA LEONI regia di Nanni Loy (1961)

Roma, dopo l'8 settembre 1943, Danilo, studente universitario svogliato, evita l'arruolamento coatto decretato facendosi ricoverare in un sanatorio, spinto dai genitori preoccupati per la sua sorte se venisse mandato a combattere. Ma dalla clinica egli si allontana per andare a casa del suo amico Michele, un giovane e pavido ragioniere, il quale, già salito su un treno diretto a Nord assieme ad altri impiegati del suo ministero, fugge e riesce a tornare a Roma, dove ha lasciato la fidanzata Ida. Tornato nel casermone dove vive, incontra Danilo, che si era nascosto nel sottoscala. Avvinto dalla paura, tuttavia, si unisce a Danilo per cercare di superare la linea Gustav, e arruolarsi nell'armata che combatte i nazifascisti. Per caso conoscono Gino, che si aggrega ai due amici quando il treno della ferrovia Roma-Fiuggi-Alatri sul quale viaggiano viene fermato dai tedeschi, che caricano con la forza gli altri uomini su camion. I tre, dopo una corsa forsennata per la campagna, trovano rifugio nel paese in una cantina, adibita a "covo" da un gruppo di ex-soldati, comandati da Orlando. I militari vengono poi raggiunti dal partigiano Edoardo, che dà loro il compito di far saltare un ponte utilizzato dalle truppe tedesche per ricevere rifornimenti. Procuratosi l'esplosivo necessario al sabotaggio, il gruppo si disperde però alla notizia della cattura di Edoardo da parte dei tedeschi...

«I personaggi del mio film cercano di rappresentare quale fu il dramma del mattino dopo la proclamazione dell'armistizio, in special modo per gli abitanti di una città come Roma che aveva vissuto per anni a contatto con il nucleo politico del Paese e che aveva, nel complesso, quasi una posizione di indifferenza nei confronti della guerra. I partigiani del mio film non si può dire che siano alla macchia per vocazione, ma piuttosto per necessità» [Nanny Loy]