VILLA FIORELLI, LA PIAZZA GIARDINO di Claudio Di Giampasquale

Villa Fiorelli è una piazza-giardino di novemila metri quadrati delimitata dalla rotonda tracciata dal viale omonimo. Dal punto di vista urbanistico fu sistemata negli anni Trenta dall'architetto Raffaele de Vico autorevole progettista di parchi e giardini romani. De Vico nella pianificazione dell'area riutilizzò un lembo di parco della distrutta villa rurale edificata poco meno d'un secolo prima su una tenuta agricola circondata da campi e vigneti.
Si trova nell'ampia zona urbana dell'Appio-Latino, più precisamente nel quartiere Tuscolano, oggi inquadrato come settimo municipio. Ha quattro accessi: dalla piazza omonima fronte la chiesa dei santissimi Fabiano e Venanzio e via Enna, via Melfi, via Avezzano, via Mirandola e via Comacchio.


Le origini del quartiere Appio Latino nella campagna romana fuori le mura risalgono ai primi anni dell'Ottocento all’insegna delle case di campagna, dei palazzetti signorili e dei villini liberty edificati dalla metà dello stesso secolo.
Uno dei primi insediamenti nella zona documentato dal Catasto Gregoriano ci fu quando nel 1848 la contessa Teresa Costantini andò in sposa a Luigi Fiorelli. La proprietà loro dimora, allora conosciuta come «Vigna Costantini», comprendeva un'elegante edificio in stile d'epoca: con il casino padronale inserito entro un'area circolare e terreni agricoli sviluppati a raggiera attorno al nucleo centrale. Teresa insieme al marito Luigi Fiorelli ampliarono la villa, che raggiunse la massima estensione con il loro figlio Raffaele Fiorelli. La proprietà Fiorelli compare per la prima volta nella pianta dell'Istituto Topografico Militare del 1872 con due edifici inseriti in una rete ortogonale di viali alberati con ampi slarghi circolari agli incroci, un assetto tipologico di fattoria a corte aperta, tanto frequente nell'agro romano. In sostanza Vigna Costantini fu trasformata da proprietà agricola ad abitazione con ampio giardino padronale.

La villa passò nei primi anni del novecento alla famiglia Fiorelli dalla quale prese il successivo nome.
Negli anni a venire, a Roma si alimentò una fortissima necessità d'alloggio per tutti coloro che vi si spostavano da ogni dove per lavoro o per nuove opportunità. Di conseguenza la città ebbe bisogno di una nuova e diversa urbanizzazione alla portata economica dei ceti di piccola e media borghesia. Per cui vennero decretati due piani regolatori e lì nell'estesa campagna fuori le porte Asinara e San Giovanni si iniziò a fare sul serio con costruzioni più massive e imponenti.
I vastissimi terreni e gli annessi fabbricati nella zona di Villa Fiorelli vennero venduti alla Società Anonima Italiana Prodotti Esplodenti di Milano. Iniziò la più rilevante trasformazione dell'area e lo spazio verde della zona risultò così irrimediabilmente dimezzato.
Nel luglio 1930 il Governatorato acquisì i terreni residui della proprietà Fiorelli, con il vincolo esclusivo di destinazione a parco pubblico a uso del neonato quartiere.
Nel settembre dello stesso anno il casino padronale e gli edifici esistenti nel parco, a causa del loro pessimo stato di conservazione, furono abbattuti, la villa mutò totalmente aspetto, conservando in parte il patrimonio arboreo preesistente.
L'architetto Raffaele De Vico, che progettò e realizzò la sistemazione, sfruttò la configurazione irregolare del terreno per ricavarne una planimetria ellittica circondata da strade ad anello da cui partivano una serie di strade a raggiera.
Passarono gli anni, la città eterna subì i terribili bombardamenti proprio nelle zone lì vicino e lo stesso martedi 19 luglio del 1943 papa Pio XII accompagnato da monsignor Montini sostò anche a Villa Fiorelli di fronte alla chiesa dei SS. Fabiano e Venanzio (edificata sette anni prima accanto alla Villa) per dare conforto ai romani terrorizzati
benedicendo tutta la popolazione lì presente e osservando “pallido per l’emozione" le macerie e le barelle della Croce Rossa che trasportavano i feriti.

Poi Roma vebbe liberata e vennero gli anni della "ricostruzione". Il tempo e l’abbandono hanno fatto sì che questo giardino cadesse in degrado e in progressivo deterioramento. Così dopo circa settant'anni di polemiche e fallite intenzioni, nei primi anni dell'attuale secolo, Villa Fiorelli è stata riqualificata dal Comune di Roma che ha risistemato l'area.
Una targa marmorea affissa su un muro ricorda inoltre che Garibaldi si fermò qui ad abbeverare il suo cavallo.
La viabilità interna è oggi intitolata ai giornalisti Paolo Frajese, Giuseppe Fiori e Giovanni Forti. Purtroppo però anche in questi ultimi anni la piazza giardino sta ritornando a subire un ingiurioso declino stavolta causato dai "mali e dalle cattive abitudini del mondo moderno" che tutti noi, purtroppo, conosciamo e che la città eterna subisce.
