QUAND'È INIZIATA LA STORIA DEI TAXI DI ROMA? di Claudio Di Giampasquale

Il servizio di taxi è parte integrante della mobilità urbana del terzo millennio nella città eterna. Qualcosa a cui una buona parte dei romani e i tantissimi visitatori sono ormai abituati. Le caratteristiche vetture bianche del servizio pubblico non di linea, rappresentano qualcosa di più d'un semplice mezzo di trasporto, esse sono uno specchio dei tempi in cui viviamo e, qualunque cosa ci riservi il domani, possiamo esser certi che continueranno ad esistere: adattabili, accessibili e necessarie.

L'idea del trasporto a pagamento di passeggeri esiste da millenni, l'origine risale nell’antica Roma, all'epoca di Publio Virgilio che tra le sue numerose narrazioni, più di una citava appunto l'antica usanza di noleggiare carri o carrozze. Furono le vetture trainate da cavalli a gettare le basi per quello che oggi chiamiamo servizio taxi. Successivamente, nell'epoca dello Stato Pontificio erano ampiamente utilizzate anche prima che la città eterna diventasse capitale e rappresentarono il mezzo di trasporto urbano più comune prima dell'avvento dei moderni veicoli a motore. Venivano noleggiate per percorsi specifici, spesso a un prezzo concordato in anticipo, e nell'urbe disponevano persino di aree d'attesa designate. Queste carrozze trainate anche da più cavalli non erano solo un mezzo di trasporto, ma un modello di comportamento in cui una persona poteva noleggiare un cocchiere per un breve periodo e a un prezzo fisso. Sin dal diciannovesimo secolo, una carrozza di non eccessive dimensioni trainata da un solo cavallo utilizzata principalmente per tour turistici nel centro storico, prese il nome popolare di "botticella".

il primo taxi motorizzato

Il primo taxi motorizzato al mondo apparve alla fine del diciannovesimo secolo e segnò una svolta nello sviluppo del trasporto urbano. Nel 1897, nella città tedesca di Stoccarda, un certo Gottlieb Daimler (uno dei pionieri della produzione automobilistica e fondatore della Daimler-Motoren-Gesellschaft, predecessore della Mercedes-Benz) creò e dotò un'auto del primo tassametro, un dispositivo che misura la distanza percorsa e calcola il costo della corsa. Questo primo taxi era basato sul modello Daimler Victoria, un veicolo a combustione interna motorizzato progettato specificamente per i servizi di trasporto pubblico. Il tassametro installato su di esso fu creato dall'inventore tedesco Friedrich Wilhelm Braun ed è grazie alla parola che Braun affibiò alla sua invenzione: «taxameter» (tassametro in tedesco) che dobbiamo il nome moderno della categoria “taxi”.
Il vero passaggio a una forma di trasporto a noleggio organizzata, regolamentata e accessibile iniziò con lo sviluppo delle città europee e l'avvento dell'industrializzazione. Con la crescente urbanizzazione e l'intensificarsi dei flussi di persone, nacque l'esigenza di servizi di trasporto sistematici.

Nel 1907 a Roma fu istituita la prima "associazione anonima Pubblica Auto" che mise a disposizione dieci vetture per uso di servizio pubblico e l'emissione da parte del Comune di Roma delle prime autorizzazioni amministrative (licenze). Le prIme vetture arrivarono all'ombra del cupolone da un'idea voluta dal "Cavaliere del Lavoro" Giovanni Agnelli che decise di mettere in produzione il modello "Fiat 1 Fiacre" la prima auto taxi in Italia dotata di tassametro, da destinare appunto a Roma

Nei decenni successivi, il numero di taxi nella capitale aumentò gradualmente. Negli anni '30, i taxi romani erano ormai una presenza comune sulle strade, anche se accessibili principalmente alle classi più abbienti.

L'evoluzione delle livree dei taxi romani

All'inizio erano in verde con il padiglione in nero come da regio decreto del 1927. Il decreto ministeriale stabiliva infatti che i mezzi destinati al servizio taxi fossero verniciati nella parte inferiore in verde e in quella superiore in nero con una striscia sulla linea cintura di altezza non superiore a 2 centimetri recante i colori della città di appartenenza (a Roma con i colori porpora ed oro). Ampia la narrativa circa la scelta dei colori che spazia dalla decisione di Mussolini di uniformare il servizio usando i colori della divisa dei giovani Balilla fino alla necessità di utilizzare enormi stock di vernice verde e nera ricevuti dall'Impero Austroungarico come risarcimento danni per la prima guerra mondiale.

Quando venne la Repubblica, a seguito di un decreto presidenziale del 1959 che cancellava le vecchie imposizioni liberalizzando la scelta del colore, vi fu negli anni a seguire un confuso momento di anarchia cromatica con l'adozione di livree diverse e poche omogenee. Furono introdotti segnali luminosi, collegamenti radio con le centrali operative. Successivamente nel 1970 il Comune di Roma Capitale (in concomitanza alle principali città italiane) provvide a regolamentare la materia con proprie deliberazioni che in maggioranza prevedevano la colorazione gialla in chiara ispirazione ai cab americani. Il ministro dei trasporti chiuse infine la partita nel 1992 stabilendo che in tutto il territorio italiano il colore dei taxi dovesse essere bianco.

Oggi i taxi includono modelli ibridi ed elettrici che soddisfano i moderni requisiti di sostenibilità e basse emissioni. Negli ultimi anni, la digitalizzazione ha trasformato il settore. Le app mobili per prenotare i taxi si sono diffuse, rendendo più facile, veloce e trasparente l'utilizzo del servizio, sostituendo gradualmente la necessità di chiamate dirette e i sistemi di navigazione intelligenti come "Waze" e "Google Maps" riducono al minimo i tempi di arrivo e la durata delle corse, semplificando non poco l'orientamento dei tassisti. Molte città stanno sperimentando i "robotaxi" ossia veicoli a guida autonoma che operano senza un conducente umano a bordo, che potrebbero rappresentare il prossimo grande passo nell'evoluzione del trasporto urbano.

qualche curiosità sul mondo dei taxi

  • Il colore giallo dei taxi di New York fu scelto nel 1907 dall'imprenditore John Hertz. Le ricerche dell'epoca dimostrarono che il giallo era il colore più facilmente visibile da lontano, quindi decise di verniciare tutte le sue auto di quel colore.
  • A Londra, per diventare un tassista autorizzato dei mitici "black cab" icona della città riconoscibili per il loro design classico, è necessario superare un esame chiamato "The Knowledge". I candidati studiano per circa 3-4 anni e devono conoscere a memoria oltre 25.000 strade e 20.000 punti di riferimento.
  • A Tokyo, i tassisti indossano solitamente guanti bianchi e abiti eleganti, e molte delle portiere si aprono automaticamente, premendo un pulsante dal posto di guida, in modo da non dover scendere dall'auto.
  • Il taxi più costoso al mondo si trova a Oslo, in Norvegia. La città ha tariffe iniziali elevate e costi aggiuntivi per i bagagli, i passeggeri e la guida notturna, che possono comportare una spesa considerevole.
  • Il taxi più veloce è un modello Bugatti Veyron da record, utilizzato temporaneamente in Qatar come taxi di lusso in grado di raggiungere oltre 400 km/h. Naturalmente, si trattava più di una pubblicità che di un vero e proprio servizio.
  • All'Avana, Cuba, si possono ancora vedere taxi che sono classiche auto americane degli anni '50, ben tenute e restaurate, spesso guidate dalla stessa famiglia da generazioni.
  • A Manila, nelle Filippine, ci sono dei “taxi-moto” chiamati tricicli, economici, veloci e molto popolari nelle strade strette e trafficate.
  • Il viaggio in taxi più lungo e il record mondiale sono stati stabiliti da tre britannici, che hanno percorso 79.000 km in 15 mesi a bordo di un taxi nero londinese. L'importo totale registrato dal tassametro durante il viaggio è stato di 79.006,80 sterline (circa 127.530 dollari).

L'ultima carrozzella

Concludo questo pezzo con il  bellissimo film sul tema: "L'ultima carrozzella" capolavoro del neorealismo italiano, uscito nelle sale nel 1943. Diretto da Mario Mattoli e con la superba interpretazione di Aldo Fabrizi e Anna Magnani.

"Roma anni Quaranta, Antonio Urbani (Fabrizi) è vetturino d'una botticella romana. L'uomo nutre una forte antipatia per i tassisti, a suo parere rei di causare la progressiva estinzione delle caratteristiche carrozzelle e dei loro conducenti..."

primo tempo

secondo tempo